lunedì 31 marzo 2014

Candreva al 90° riapre i giochi!!! L'Europa League dista 4 lunghezze.

Ancora una volta è Sant'Antonio da Candreva a salvare la Lazio e a rimetterla in corsa per un posto in Europa League, che all'80° sembrava essersi definitivamente allontanato dalla capitale, a seguito della clamorosa papera di Marchetti. Su Marchetti ci sarebbe da discutere, in quanto ultimamente non si sta esprimendo al meglio, probabilmente è già con la testa al suo futuro più prossimo, il Milan. Nonostante questo la Lazio batte il Parma, approfittando dello scontro diretto, e rosicchia due punti all'Inter fermata sul 2 a 2 dal Livorno. A questo punto la classifica recita: Inter 49, Parma 47, Atalanta 46, Lazio 45, Verona 43, Torino e Milan 42. Queste "sette sorelle" sono tutte coinvolte nella lotta per un posto in Europa, anche se Torino, Verona e Milan sono troppo distanti dall'Inter di Mazzarri, perciò la corsa sembra ridursi a Inter, Parma, Atalanta e Lazio che sono tutte ingabbiate in 4 lunghezze di distacco. Passando al match non posso esprimere un commento personale, in quanto l'ho ascoltata per radio, poiché ero a Terni per vedere una partita di rugby di mio fratello, perciò mi limiterò a riportarne la cronaca. I primi 14 minuti mettono subito in chiaro le cose, evidenziando come entrambe le squadre vogliano la vittoria, ovvero vedono continui cambi di fronte da parte di entrambi i team. All'11° intanto Reja è stato costretto ad inserire Ciani al posto dell'infortunato Novaretti. Come dicevo in precedenza la partita è molto frenetica ed al 15° la Lazio va in gol; grande falcata di Konko sulla destra, cross basso in area e deviazione a porta sguarnita di Lulic, che porta la Lazio in vantaggio. La partita continua su ritmi alti ed al 26° Marchetti compie un miracolo su un tiro ravvicinato di Schelotto, imbeccato splendidamente da Cassano. Un minuto dopo Biabiany trova il gol del pari, scavalcando prima Marchetti, il quale aveva appena respinto un tiro dal limite di Cassano, con un pallonetto e poi insaccando di testa a porta sguarnita. Il match continua su ritmi alti, ma nessuna delle due squadre riesce ad imporre il proprio gioco e di conseguenza non riesce arrivare a conclusioni efficaci. Il primo tempo si conclude sul risultato di 1 a 1. Il match ricomincia esattamente come è finito con le due squadre alla ricerca del gol. Gol che la Lazio sfiora al 61°, quando Lulic ruba palla a Lucarelli e si avventura da solo contro Mirante, senza scaricare per i meglio posizionati Candreva e Klose, sprecando un'occasione clamorosa, calciando addosso al portiere. Al 65° Reja richiama Cana ed inserisce Keita. Due minuti dopo la Lazio si riporta in vantaggio, grande assist in diagonale di Lulic, stop, inserimento e tiro in porta di Klose, che fredda Mirante e porta la Lazio sul 2 a 1. Al 74° Parolo spaventa la Lazio con un tiro che termina di poco alla destra di Marchetti. Poco dopo è Radu a spaventare i tifosi del Parma con un tiro mancino, il quale diventa un assist per Onazi, che non arriva sul pallone. All'80° il Parma pareggia a causa di un malinteso fra Ciani e Marchetti, che porta quest'ultimo a lisciare un mite pallone in maniera clamorosa, commettendo una super papera, la quale rimette in gioco gli emiliani. A questo punto Reja le prova tutte, inserendo Postiga al posto di Mauri all'85°. Poi nel giro di tre minuti il Parma sfiora due volte il colpo del K.O, prima con un colpo di testa di Munari, che sfiora il palo alla destra di Marchetti, e poi con il tentativo di Palladino a porta vuota, anticipato da Ciani. Nonostante questo la Lazio non si arrende ed al 90° Onazi serve in area Keita, che in diagonale calcia trovando l'opposizione miracolosa col piede di Mirante. E proprio quando tutto sembra finito e i tifosi laziali cominciano ad abbandonare l'idea di un possibile piazzamento in Europa League, Keita si improvvisa Messi sul vertice sinistro dell'area di rigore, ubriaca Lucarelli e crossa verso il centro, ove arriva Candreva, che indisturbato col piattone destro, sigla il gol del definitivo 3 a 2, esultando con veemenza, togliendosi la maglietta e azzittendo tutti i giornalisti che negli ultimi tempi lo avevano accusato di voler lasciare la causa biancoceleste.

















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